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Dragon Ball FighterZ – provato all’E3

Annunciato a sorpresa durante la conferenza Xbox all’E3, Dragon Ball FighterZ è stato una delle novità di Bandai Namco all’evento losangelino: un vero e proprio picchiaduro 2.5D con i personaggi del famoso anime/manga di Akira Toriyama e del suo Bird Studio. Il gioco era presente in forma giocabile alla fiera, e non ci siamo fatti scappare l’occasione di provarlo: eccovi le nostre prime impressioni!
Il primo impatto con Dragon Ball FighterZ, sviluppato dai giapponesi Arc System Works, è dei migliori per un fan della saga di Goku: il gioco infatti si avvicina come non mai, visivamente, allo stile dell’anime grazie ad un utilizzo magistrale del cel shading, tecnica non certo nuova ma che ovviamente si presta perfettamente a questo tipo di opera. Tutto, dai livelli ai personaggi e passando ovviamente dagli incredibili effetti delle mosse speciali, ci ha deliziato con un perfetto look anime nonostante i modelli siano effettivamente in 3D. Lo stile del gioco è infatti quello che in gergo chiamiamo 2.5D, con i combattimenti che si svolgono su un piano bidimensionale mentre tutti gli elementi di gioco, compresi i personaggi, sono modelli 3D che permettono movimenti di camera e mosse spettacolari. Ovviamente un picchiaduro di qualità si basa principalmente sul gameplay e non sugli effetti visivi ed Arc System Works non è nuova al genere, basti pensare alla serie Guilty Gear e Blazeblue. La novità principale di FighterZ rispetto agli altri giochi usciti finora è che si tratta di un gioco più accessibile, più adatto ad essere giocato da un pubblico anche poco avvezzo al genere picchiaduro. Ed in effetti nella demo che abbiamo potuto provare all’E3 ci siamo resi conto che i comandi e specialmente le combo sono più accessibili anche dai principianti.

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MX Video – Dragon Ball FighterZ

Abbiamo speso qualche tempo con la demo, il cui roster di personaggi era piuttosto limitato con solamente Goku, Gohan, Freezer, Cell, Vegeta e Majin Bu giocabili in una sola ambientazione. La scelta era ristretta ai soli scontri tra due giocatori o contro la CPU con tre personaggi alla volta, secondo la oramai classica impostazione Tag Team, che permette al giocatore di cambiare tra un personaggio e l’altro durante lo scontro. L’azione è incredibilmente veloce e, nonostante Bandai ci avesse messo a disposizione un foglietto con le varie mosse e combo speciali, ci siamo ritrovati a lottare d’istinto, pigiando pulsanti per scoprire a quali mosse corrispondessero, specialmente per i primi minuti. La sfida tra i componenti della redazione presenti è risultata piuttosto equilibrata, ma ovviamente nessuno aveva toccato il titolo prima d’allora. Tra calci, pugni e qualche mossa speciale davvero scenografica, ci siamo divertiti moltissimo. Il feeling da Dragon Ball è assolutamente presente, con tutte quelle particolarità che gli amanti dell’anime ben conoscono: onde energetiche, mosse devastanti visibili dallo spazio, urla poderose… c’è tutto quanto. Molto soddisfacente la possibilità di teletrasportarsi alle spalle del nemico, una mossa che useremo specialmente nelle partite iniziali perché permette di disorientare il nemico ma che ci lascia scoperti per qualche tempo, rendendola di fatto la classica mossa da giocatori alle prime armi ma che se sfruttata in modo intelligente può spezzare una catena di colpi diretti al nostro personaggio.

Siamo però pur sempre in presenza di un picchiaduro di Arc System Works e, sapendo usare i vari personaggi come si deve, c’è sempre la possibilità di giocare in modo tattico. L’abbiamo imparato a nostre spese sfidando uno degli sviluppatori, decisamente molto più esperto di noi. Il risultato è stata una sconfitta totale che è servita a rassicurare i fan del genere che non siamo in presenza di un button masher ma di un gioco che, se ci prendiamo la briga di apprendere, è fatto anche per i puristi.

Dragon Ball FighterZ è un ritorno alle origini di Dragon Ball, un picchiaduro forse più semplice di altri ma sicuramente immediato e divertente. Lo scopo di Arc Systems Works è palesemente quello di offrire qualcosa di un po’ diverso rispetto dai soliti titoli della serie, ma questo non significa un titolo creato col minimo sforzo, anzi è piuttosto palese che c’è stato un serio impegno per catturare l’essenza della creatura di Toriyama. Per ora non è chiaro quali saranno le modalità della versione finale, se ci sarà una modalità storia o perfino quale sarà il roster definitivo. Il titolo uscirà a inizio 2018 sulle nostre console e, ci informa Bandai Namco, sarà localizzato in italiano nei testi, mentre il doppiaggio sarà in inglese o giapponese. Non ci resta che attendere di saperne di più: restate sintonizzati!

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Vampyr – visto all’E3

copertina

I francesi Dontnod ci hanno già mostrtato in passato la loro nuova avventura Vampyr, ma ormai il progetto è in dirittura d’arrivo ed hanno potuto così mostrarci all’E3 una versione molto più completa e rifinita che in passato. Li abbiamo incontrati a Los Angeles per osservare da vicino la loro opera: ecco cosa abbiamo visto.
Vampyr è ambientato in una oscura Londra vittoriana, mettendoci nei panni del dottor Jonathan Reid, che a causa di varie vicende è ormai diventato molto più di un dottore. Reid è infatti un vampiro che lotta contro un oscuro male che si sta impossessando della città: una nuova razza di sub-vampiri sta lentamente invadendo i vicoli, portando morte e disperazione. Il protagonista non è una forza malvagia, ma non esiterà a fare del male per proteggere gli innocenti, cercando di bilanciare quello che deve fare con il suo giuramento di Ippocrate, che gli impone di salvare vite a tutti i costi.

Il titolo di Dontnod è maturato molto rispetto all’E3 2016, trasformandosi da un quasi anonimo gioco d’azione semi open world a intrigante avventura in terza persona. La Londra di Vampyr è divisa in zone, ognuna abitata da un certo numero di personaggi chiave. Mentre compiremo missioni, combattimenti e indagini, la situazione dei singoli distretti potrà cambiare in modo radicale a seconda delle nostre scelte morali. Una zona potrà essere prevalentemente abitata da esseri umani e sarà più o meno sicura (fatta eccezione per i cacciatori di vampiri che non ci daranno tregua), mentre un’altra potrà essere malata e pericolosa per chiunque vi si trovi. Se la situazione di un’area dovesse poi peggiorare oltre il riparabile, la perderemmo e con essa anche missioni e obiettivi collegati.

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MX Video – Vampyr

Per spiegarci questo concetto, Dontnod ci ha mostrato all’E3 una lunga guidata, che inizia mostrandoci il dottor Reid che passeggia per le banchine che costeggiano il Tamigi, quando si imbatte in un uomo dall’aria furiosa. Dopo averlo calmato, è possibile discutere con lui tramite un classico sistema di dialogo a scelta multipla, sbloccando man mano diversi argomenti di dialogo. Scopriamo così che l’uomo ha perso un regalo che voleva fare alla madre. Usando i suoi sensi di vampiro, Jonathan trova delle tracce di sangue che portano ad una fogna. Al suo interno, il regalo e anche alcuni cadaveri. Tornati dall’uomo, scopriamo che egli non ha nessun rimorso per i tanti crimini che confessa di aver compiuto durante la sua vita. A questo punto ci si presenta una scelta: prendere la vita di quest’uomo malvagio, sfruttando il suo sangue per aumentare il livello di abilità di Jonathan, oppure lasciarlo in vita e proseguire con la storia.

Lo sviluppatore del gioco ha preferito proseguire, ed è andato a parlare con l’anziana madre del malfattore. Scopriamo così che la donna è consapevole della malvagità del figlio, ma che non ha mai trovato la forza di denunciarlo. In più, veniamo a sapere che ella si occupa anche di un adolescente restato orfano, il quale non avrebbe più nessuno a cui appoggiarsi in caso che le accadesse qualcosa. Una rapida analisi ci rivela che il sangue dell’anziana è molto migliore di quello del figlio, e che prendendo la sua vita avanzeremmo maggiormente di livello. A questo punto lo sviluppatore di Dontnod sceglie di uccidere la donna, approfittandone per fare un netto balzo in avanti con le capacità di Jonathan. Le conseguenze ci vengono mostrate in breve tempo: la notte successiva la casa della donna risulta saccheggiata, il figlio malvagio sembra aver perso il senno e scorgiamo, quasi per caso, l’orfano devastato dalla notizia seduto in un vicolo. La situazione generale del distretto è peggiorata, perché la donna era una presenza benefica. Se Jonathan avesse scelto di cibarsi dell’uomo malvagio, le cose sarebbero andate forse in modo diverso.

Vampyr ha dalla sua un’ambientazione ben realizzata e ottime chances di raccontare una storia, se non proprio originalissima, per lo meno interessante. Il sistema di combattimento ci è sembrato ancora un pochino legnoso, con un classico sistema di lock sui nemici e attacchi a distanza e ravvicinati che non sembra agile come vorremmo. Tuttavia ci sono idee di gameplay che meritano attenzione, e la voglia di Dontnod di sperimentare con diverse influenze e soluzioni di design è ben evidente. Dopo averlo visto ancora una volta, ma non averci ancora giocato, siamo cautamente ottimisti. Le premesse ci sono, tutto dipende dal gameplay.

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Ashen – visto all’E3

E’ uno dei titoli ID@Xbox più attesi di sempre, presenza fissa nelle nostre liste degli indie più attesi dell’anno. Anche se una data d’uscita non è stata ancora annunciata, l’interessante esclusiva console Xbox di Aurora44 Ashen era presente in ottima forma all’E3 e noi siamo andati a vederlo a porte chiuse con gli sviluppatori. Eccovi le nostre impressioni.
Ashen, dei neozelandesi Aurora44, è un gioco che aspettiamo da parecchio tempo. Annunciato per la prima volta all’E3 del 2015, si tratta di un interessante titolo survival con componenti di combattimento souls-like molto accentuate, che ci immergerà in un mondo quasi stilizzato e completamente aperto in cui la sopravvivenza e l’esplorazione sono il punto focale dell’esperienza.. Durante l’E3 2017 Microsoft è tornata a mostrare il gioco in conferenza, mentre gli sviluppatori l’hanno poi mostrato più nel dettaglio in dimostrazioni a porte chiuse svolte alla stampa: ovviamente non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di saperne di più su questo affascinante titolo.

Seduti comodi su un divanetto, abbiamo ascoltato gli sviluppatori di Aurora44 con attenzione. Nelle foreste e pianure di Ashen il nostro personaggio, un avventuriero solitario, dovrà fare di tutto per sopravvivere. In totale libertà potremo esplorare boschetti e caverne, raccogliendo oggetti e armi. Descrittoci come un titolo dalla progressione non lineare, con combattimenti ad alto rischio e con spiccati elementi RPG, non sarà un gioco molto facile, secondo la stessa ammissione di chi lo sta creando. La particolarità di Ashen è tuttavia la modalità multiplayer. La nostra avventura verrà infatti condivisa con un altro giocatore, automaticamente, in modo casuale. L’accesso ad alcuni dungeon (come quello mostratoci all’E3, di seguito potete rivederlo in video) sarà riservato a due giocatori, così come certi altri tipi di azioni. Lo sconosciuto giocatore che ci accompagnerà si collegherà alla nostra partita senza bisogno di invito o lobby, ma in modo automatico e passivo. Semplicemente, vedremo un’altra persona nella nostra zona. Starà poi a noi decidere se proseguire assieme, basandoci unicamente sulle sue azioni e stile di gioco, oppure abbandonare l’area causando la disconnessione dallo sconosciuto. Non è peraltro possibile nemmeno contattare gli altri giocatori tramite chat, visto che lo scopo degli sviluppatori è quello di offrire un’esperienza di gioco inedita e particolare: il gameplay è basato sulla condivisione “silenziosa” dell’avventura. Questo non significa però che il gioco sia online-only o che potremo giocare solo se troveremo qualcuno nella nostra area: gli sviluppatori ci hanno infatti spiegato che il gioco ci affiancherà dei personaggi controllati dall’IA in caso di bisogno, ad esempio dopo una disconnessione inattesa dell’altro giocatore oppure in zone inaccessibili da soli qualora non ci siano giocatori disponibili o non abbiamo connessione online. In poche parole, nessun contenuto ci verrà precluso nel caso stiamo giocando senza essere connessi ad internet.

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MX Video – Ashen

Una cosa che ci ha fatto storcere il naso, al proposito di questo modello di co-op, è però l’impossibilità di giocare con un amico: il tutto è basato sulla “co-op casuale”, quindi non possiamo decidere con chi giocare. Gli sviluppatori hanno voluto creare l’esperienza di trovarci a collaborare con dei completi sconosciuti e questo potrebbe effettivamente essere interessante (purché siano previsti dei meccanismi per metterci al riparo da troll e disturbatori), ma sarebbe bello poter scegliere anche di condurre l’avventura insieme ai nostri amici.

Nella demo che ci è stata mostrata abbiamo potuto appurare che i combattimenti sono effettivamente impegnativi, e dovremo dosare con grande attenzione la stamina e le scorte di cibo al fine di non essere sopraffatti dai nemici. Il gioco ci presenta un sistema di combattimento quasi souls-like, con un numero ridotto di nemici che però offrono un grado di sfida piuttosto elevato. Importante sarà quindi imparare bene tempi e schivate, magari dopo qualche istante di osservazione delle mosse del nemico di turno. Nel gioco troveremo poi molte componenti RPG come la gestione di inventario, armi e loot. In particolar modo le armi possono essere a una mano o a due mani e avranno diversi tipi di statistiche per quanto riguarda gli attacchi ravvicinati o a distanza.

Nella prima metà della dimostrazione abbiamo visto il personaggio aggirarsi per una foresta: nemici umanoidi attaccavano il giocatore mentre si approcciava alla sua destinazione: un dungeon. Dopo aver superato un portale che richiedeva l’intervento di un secondo giocatore (appunto controllato dall’IA in questo caso), abbiamo notato come Aurora44 abbia puntato molto sul concetto di luce ed ombra. Il mondo di gioco viene infatti illuminato da una sola luce, che si trova al centro del territorio. Più ce ne allontaniamo e meno i paesaggi saranno illuminati. Sotto terra invece dobbiamo fare affidamento su luci artificiali. Nel caso di questo dungeon, al giocatore viene fornita una torcia che è possibile usare per esplorare i cunicoli sotterranei, zeppi di vie secondarie e segreti (gli sviluppatori ci hanno rivelato di aver letteralmente riempito il gioco di zone segrete). La demo si è conclusa in una stanza con un boss d’ombra. Il nemico, che ci è parso piuttosto impegnativo da affrontare, cercava continuamente di rubare la luce al giocatore, saltando tra un pilastro di roccia e l’altro. Dopo qualche minuto di lotta, però, ha prevalso il giocatore, usando sapientemente attacchi ravvicinati e schivate.

Ashen, dicevamo, ha uno stile visivo particolare, estremamente artistico. I personaggi sono tutti senza un volto ben definito, ed anche il mondo di gioco è stilizzato e low-poly. Una scelta che abbiamo trovato interessante e stimolante, e che insieme all’ottimo motore di illuminazione è capace di creare splendide visuali.

Il gioco di Aurora44 sembra in definitiva molto promettente, senza dubbio una delle esclusive console più valide in arrivo su Xbox One, almeno per quanto riguarda il mondo ID@Xbox. Non vediamo l’ora di saperne e vederne di più!

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Xbox One X all’E3: quattro chiacchiere in video con Paolo Bagnoli

Come sempre l’E3 è anche l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con la dirigenza Xbox, e anche quest’anno abbiamo potuto confrontarci con Paolo Bagnoli, capo della divisione Xbox in Italia, sull’argomento più hot della fiera: la rivelazione di Xbox One X.

Il nostro Davide Canavesi ha incontrato Paolo nel corso dell’evento Xbox Showcase, dove era possibile vedere la console e provare numerosi giochi, e gli ha fatto qualche domanda sulla neonata di casa Xbox. Potete seguire l’intera intervista nel video seguente: buona visione!

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Nidhogg 2 si mostra in un lungo gameplay all’E3 2017

Nidhogg 2 si mostra in un lungo gameplay all'E3 2017
Lo strano seguito dello strano Nidhogg si mostra in video. Seguito di uno degli indie più apprezzati dello scorso anno, Nidhogg si era presentato con un trailer già a novembre scorso, ma non poteva farsi mancare l’occasione dell’E3 2017 per mostrarsi di nuovo. Vediamo dunque un po’ di gameplay da una sessione di gioco direttamente all’E3 2017, riportata in questa pagina. Il video mostra dunque diversi momenti di Nidhogg 2, che ha stupito un po’ tutti per il netto cambiamento deciso dagli sviluppatori nella caratterizzazione grafica, passata da un minimalismo estremo e serioso a uno stile alquanto caricaturale e umoristico …
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Destiny 2 – provato all’E3

copertina

A Los Angeles Activision e Bungie ci hanno permesso di provare con mano Destiny 2, uno dei titoli più attesi del prossimo periodo autunnale anche grazie alle promesse migliorie che saranno apportate in tutti i campi, campagna in primis. Eccovi quindi le nostre prime impressioni hands-on!
Destiny 2 è indubbiamente tra i giochi più attesi della seconda metà del 2017. Il seguito dello shooter online di Bungie, già creatori di Halo, ha una missione molto difficile da compiere: guadagnarsi nuovi fan proponendo una campagna più robusta del precedente capitolo e offrendo un endgame più ricco. Al contempo deve far felici anche i fan di lunga data del titolo, affezionati all’eccellente gunplay e a quelle caratteristiche che hanno reso Destiny così particolare negli anni. All’E3 abbiamo potuto provare il titolo in due diverse occasioni: in versione PS4 Pro, allo stand di Activision, ed in versione PC allo stand di Nvidia.

La prima partita che abbiamo fatto, su console, era un match 4v4 nella nuova modalità Countdown. Abbiamo giocato in una mappa ambientata sulla Terra, nell’ultima città abitata del pianeta. Scopo della partita era quello di attivare o disattivare dei dispositivi esplosivi. Come attaccanti, il compito dei giocatori era quello di raggiungere i punti di controllo A, B e C per piazzare gli ordigni esplosivi e difenderli, mentre i difensori dovevano tentare di disattivarli, solitamente eliminando tutti i nemici in area. Come difensori, l’unica cosa da fare era difendere i tre punti di controllo ed, eventualmente, disattivare le bombe che piazzate dai nemici. Le condizioni di vittoria erano piuttosto facili da immaginare: se le bombe fossero esplose, il team in difesa perdeva. Ma era anche possibile uccidere tutti i nemici per guadagnare immediatamente un punto. I giocatori a terra infatti andavano rianimati dai compagni di squadra, fatto che ci obbligava a tenere d’occhio l’andamento della squadra e non solo dei punti di controllo, per evitare una sconfitta immediata. La vittoria del team si otteneva su sei partite, che il nostro team ha vinto agevolmente con ben 5 lunghezze di vantaggio (per una volta!).

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MX Video – Destiny 2

La seconda partita, giocata su PC, è stata decisamente più interessante. Seduti in una saletta riparata da occhi indiscreti abbiamo finalmente potuto giocare alla campagna dal gioco. Abbiamo giocato al primo livello, già mostrato da Bungie qualche settimana fa. In pratica si tratta del momento in cui la Torre viene sopraffatta da forze della Legione Rossa di Ghaul. Ci siamo quindi fatti strada attraverso una Torre in fiamme. I nemici continuavano ad arrivare sul campo di battaglia mano a mano che ne sfoltivamo i ranghi. In poco tempo abbiamo caricato la prima Super, una sorta di spada di fuoco che lancia colpi a distanza e che abbiamo usato per sconfiggere un paio di miniboss corazzati. Superato il primo ostacolo siamo saliti a bordo di una navetta che ci ha portato a bordo di una nave nemica. Qualche nemico più tardi, siamo arrivati faccia a faccia con il nuovo cattivone, Ghaul in persona, senza però poterlo affrontare. Poco più di 10 minuti di gioco che però ci hanno esaltato parecchio grazie a cut-scene molto ben fatte e un ritmo davvero incalzante che ci hanno immediatamente immerso in questa nuova cupa realtà in cui le certezze di Destiny 1 vengono infrante.

Destiny 2 assomiglia molto al suo predecessore. Sia il look-and-feel del gioco che le armi e ovviamente il gameplay ricordano tantissimo Destiny 1. La schermata principale di gestione del personaggio è identica, con i tre slot per le armi principali, secondaria e speciale che presentano lo stesso menu a riquadri a cui siamo abituati. Qualche differenza l’abbiamo notata nel sotto-menu della classe del personaggio, in cui i vari poteri speciali sono divisi per tipo e non sono più in una semplice colonna di elementi. Graficamente abbiamo inoltre notato una netta differenza tra il multiplayer su PS4 Pro e il single-player su PC: sembrano due giochi diversi. Su PC l’abbiamo giocato in 4K, con tutti i dettagli al massimo e visivamente è uno spettacolo. Esplosioni, effetti particellari, luci dinamiche… Destiny 2 è spettacolare. Su PS4 invece il titolo ci è sembrato molto più sciatto, con textures non particolarmente definite e, generalmente, il gioco aveva un look più datato rispetto alla festa di effetti speciali della versione PC. Questo però non dipende necessariamente dalle differenze hardware tra le due console: è ragionevolmente possibile che la Campagna, perché più scriptata e controllabile, abbia un maggior numero di effetti grafici abilitati. Per capire se è davvero così, dovremmo provare la modalità storia anche su console.

Il gameplay invece ci è parso molto buono come al solito. Da sempre Bungie sa proporre un gunplay d’eccellenza, e abbiamo provato le stesse identiche sensazioni che in passato. Il gioco è rapido e le abilità dei Guardiani, come il triplo salto, ci obbligano a tenere d’occhio non solo gli angoli ma anche lo spazio sopra e sotto di noi.
In definitiva, Destiny 2 ci è parso estremamente promettente. Se avete apprezzato il primo adorerete il secondo, ma anche se eravate rimasti delusi dalla modalità Campagna del primo gioco, questo nuovo titolo promette di riscattarsi. Di questa modalità abbiamo provato solo una piccola parte, ma se gli sviluppatori sapranno mantenere lo stesso ritmo fino alla fine, ci aspetta un’avventura appassionante. Ovviamente ci sono ancora parecchie incognite per quanto riguarda varietà, longevità e supporto post-lancio. Ora come ora, noi ne vogliamo di più.

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Metal Gear Survive – provato all’E3

Durante il primo giorno di E3 abbiamo avuto l’onore di essere il primo gruppo di giornalisti a provare Metal Gear Survive, un vero e proprio spin-off delle avventure di Snake, ma senza quest’ultimo. Eccovi le nostre prime impressioni!
Dopo essere stati risucchiati in un portale causato dall’esplosione di Mother Base, un gruppo di soldati della MSF si ritrova prigioniero di uno strano mondo infestato da creature umanoidi prive di testa, ed è subito survival! Metal Gear Survive si discosta in modo piuttosto marcato da Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, passando da un gioco stealth ad un titolo improntato maggiormente sull’azione e gli scontri diretti, pensato per essere fruito in cooperativa da quattro giocatori online.

Prima di lanciarci nell’azione presso lo stand Konami all’E3 abbiamo potuto scegliere un personaggio tra i quattro diversi proposti dal gioco. La versione finale permetterà al giocatore di customizzare sia l’aspetto che le abilità e le armi del proprio avatar, ma nella demo E3, per brevità e comodità, eravamo limitati a quattro loadout predefiniti. Abbiamo optato per una ragazza armata di arco, bastone stordente e fucile d’assalto a medio raggio. Scelto il personaggio siamo stati catapultati in un mondo neutro, una sorta di zona d’addestramento completamente bianca in cui provare armi ed abilità.

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MX Video – Metal Gear Survive

Dal momento che lo scopo del gioco è quello di difendere un macchinario dalle orde di non morti che ci attaccheranno ad ondate, la zona di test è stata utile per provare non solo le armi ma anche e soprattutto gli oggetti speciali. Il nostro personaggio aveva diverse opzioni interessanti: creazione di recinzioni, trappole elettrificate da piazzare sul terreno, costruzione di torrette sopraelevate, la possibilità di piazzare postazioni di mortaio oltre che bombe a mano. Un discreto numero di oggetti da usare in modo strategico in partita. Ci siamo sbizzarriti per qualche minuto, sperimentando le combinazioni di oggetti e armi, piazzando ad esempio una torretta d’avvistamento protetta da una trappola da cui sparare in postazione rialzata. Fatto questo, è stato il momento di giocare sul serio. Il nostro team, formato da quattro giocatori, si ritrova in una zona desertica.

Avanzando rapidi verso il punto da difendere ci siamo imbattuti in qualche zombie qua e là, eliminato in modo silenzioso con arco e frecce o con colpi ravvicinati. Raggiunta la zona da difendere, una sorta di piccolo agglomerato di costruzioni con al centro una specie di generatore. La zona era difendibile ma non ci certo una fortezza: lo spiazzo centrale era protetto da costruzioni e mura ma parecchie aree erano aperte verso l’esterno e alcuni lati erano facilmente scalabili dall’esterno. Il team ha iniziato immediatamente a chiudere le aperture più ovvie, che sono tra l’altro poste in concomitanza con degli spawn point visibili sulla mini mappa di gioco. In seguito abbiamo piazzato armi offensive di varia natura e fatto amicizia con il sistema di crafting in gioco.

Sì, perché le munizioni non sono infinite e vanno craftate durante la partita, dopo aver raccolto metallo, piombo, polvere da sparo ed altri ingredienti. C’è stato comunque poco tempo per riflettere perché dopo un paio di minuti di preparazione siamo stati attaccati dalla prima ondata. I nemici non hanno dato prova di grande intelligenza, limitandosi in sostanza ad avanzare zombescamente in linea retta verso il centro della zona di difesa. Il loro punto forte non è certo la furbizia quanto piuttosto il numero. Abbiamo comunque respinto in modo piuttosto facile la prima wave di nemici. La preparazione per la seconda ondata si è svolta in modo del tutto simile alla prima, con l’aggiunta della necessità di curare il proprio personaggio. Tramite un menu apposito, possiamo vedere quali parti del corpo sono ferite e che dobbiamo quindi curare. Ci siamo anche scontrati con il sistema di crafting delle munizioni: ci è stato impossibile capire al volo quale tipo di proiettili sparasse il nostro fucile, ritrovandoci a creare diversi tipi di munizioni, sprecando risorse, fino a trovare quelle giuste.

La seconda ondata ha introdotto nemici ben più potenti, di tipo esplosivo. Se lasciati liberi di avvicinarsi troppo, questo tipo di zombie può essere un vero e proprio problema. Tuttavia è anche possibile sfruttare questa tipologia di nemico in modo tattico, dal momento che la loro esplosione causa notevoli danni nell’area circostante. Superata la seconda ondata siamo poi caduti vittime degli zombie al termine della terza, avendo scioccamente dimenticato un lato della barricata!

Da punto di vista grafico, infine, Metal Gear Survive ci ha un po’ delusi. Non contenti di aver riciclato gran parte degli asset di MGS V, gli sviluppatori non sono riusciti a dotare il gioco di una sua chiara identità visiva, e ci è sembrato decisamente sotto tono.

In conclusione, Metal Gear Survive sembra avere il potenziale di essere un gioco co-op di un certo peso, ma la strada da fare per rifinire il gameplay e renderlo più divertente, oltre che più bello da vedere, è ancora tutta in salita. Risulta quindi oculata la scelta di Konami di rimandare l’uscita del gioco al 2018: più tempo a disposizione degli sviluppatori potrò solo giovargli.

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La sintesi della conferenza Ubisoft all’E3 2017

La sintesi della conferenza Ubisoft all'E3 2017
Il cross-over di Mario e Rabbids, The Crew 2, Assassin’s Creed Origins, Far Cry 5 e Beyond Good and Evil 2 in una delle migliori conferenze di questo E3. La conferenza Ubisoft dell’E3 2017 si è aperta con un Yves Guillemout in splendida forma, pronto per un annuncio importante: l’universo dei conigli più folli mai creati si unisce con quello di Super Mario dando vita a Mario + Rabbids Kingdom Battle, uno strategico tanto curato quanto inaspettato. Anche la data di lancio è una buona notizia dato che bisognerà attendere solo il 29 agosto prima che arrivi in esclusiva su …
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A Plague Tale: Innocence si mostra in un trailer all’E3 2017

A Plague Tale: Innocence si mostra in un trailer all'E3 2017
Tra i titoli Focus Home, ecco anche A Plague Tale: Innocence. Presente all’interno dell’interessante lineup di Focus Home Interactive all’E3 2017 è anche A Plague Tale: Innocence, che si mostra con un nuovo trailer per l’occasione. Annunciato a gennaio, il gioco è sviluppato da Asobo Studio e si presenta come un adventure dotato di un’ambientazione a metà tra lo storico medievale e l’horror: nel 1349, la peste sta dilaniando il Regno di Francia. La protagonista Amicia e il fratellino Hugo sono inseguiti dall’Inquisizione di villaggio in villaggio, trovando devastazione e morte sul proprio cammino. Insieme, dovranno cercare di fuggire e …
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La sintesi della conferenza Bethesda all’E3 2017

La sintesi della conferenza Bethesda all'E3 2017
Tutti gli annunci più interessanti e le novità su The Elder Scrolls, Fallout, Quake, Wolfenstein, Dishonored e The Evil Within. All’E3 2017 solo quaranta minuti di conferenza per Bethesda, che ha deciso di condensare tutta la sua line-up in una raffica di annunci senza alcuna pausa nel mezzo. Si parte dunque con Pete Hines, che accoglie tutti i presenti a Bethesdaland, un parco giochi costruito per l’occasione a Los Angeles. Dal palco lancia le versioni in realtà virtuale di Doom e Fallout, con il primo pesantemente rimaneggiato per limitare la motion sickness. Fallout 4 VR segue invece una struttura più …
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